Münchener Post - In Messico ultimo dibattito di una campagna tinta di sangue

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In Messico ultimo dibattito di una campagna tinta di sangue
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In Messico ultimo dibattito di una campagna tinta di sangue

I tre candidati si scontrano su narcos, corruzione e migranti

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E' stato uno scontro duro e senza esclusione di colpi quello a cui hanno dato vita i tre candidati alle elezioni presidenziali del Messico nell'ultimo dibattito televisivo ufficiale in vista degli scrutini del 2 giugno. Sul ring televisivo, domenica notte, sono saliti la rappresentante per il partito di governo progressista Morena, Claudia Sheinbaum; la sfidante della coalizione Frente Amplio, Xochitl Galvez, e l'outsider del Movimento Cittadino, Jorge Alvarez Maynez. Nell'attuale contesto di forte crescita economica che attraversa il Paese sull'onda del fenomeno del 'nearshoring', al centro del dibattito sono stati i temi della sicurezza - con la lotta ai cartelli della droga su tutto - della migrazione, e della corruzione. Galvez, indietro negli ultimi sondaggi, non ha risparmiato la favorita Sheinbaum da alcuni colpi bassi definendola come "la candidata dei narcos". L'alfiere del centrodestra ha ricordato quindi la statistica secondo cui 186.000 persone sono state uccise e 50.000 fatte scomparire dall'inizio del mandato di Andres Manuel Lopez Obrador nel 2018, accusando poi il governo di avere "un patto di protezione" con i principali cartelli. Accuse respinte da Sheinbaum, il quale ha affermato a sua volta che tra le file della coalizione di Galvez "ci sono più governatori latitanti che in funzione" e ricordando che in termini percentuali gli omicidi sono diminuiti negli ultimi sei anni. Sheinbaum ha quindi difeso la politica del governo che punta a risolvere le cause della migrazione attraverso aiuti ai paesi di provenienza. L'outsider Alvarez, dato dai sondaggi all'ultimo posto, ha diretto i suoi colpi principalmente contro Galvez noncurante dell'appello di settori del centrodestra di ritirarsi dalla contesa per non dividere i voti dell'opposizione. Al di là del dibattito presidenziale, sul terreno la campagna elettorale è letteralmente tinta di sangue. Secondo l'osservatorio 'Laboratorio Electoral' sono in totale 70 gli omicidi di persone legate al processo elettorale dall'avvio della campagna lo scorso giugno, 33 dei quali erano candidati o aspiranti a una candidatura. Negli ultimi tre giorni altrettanti agguati contro candidati alle elezioni municipali hanno causato 15 morti solo nello stato del Chiapas.

D.Richter--MP