Ucciso davanti al figlio 12enne da una gang a Stoccolma
Il premier: 'Fermeremo la folle violenza delle bande'
Ieri sera Mikael stava accompagnando suo figlio 12enne in piscina quando i due hanno attraversato un sottopassaggio in bicicletta a Skärholmen, un quartiere residenziale definito da molti abbastanza tranquillo nella periferia di Stoccolma, dove vivevano. Una gang avrebbe urlato contro padre e figlio in bici, ma invece di ignorarli Mikael ha deciso di tornare indietro. Una decisione che gli è costata la vita: pochi istanti dopo gli hanno sparato in faccia e l'uomo è morto sul colpo. Il figlio 12enne ha visto tutto, ha chiamato i soccorsi e la nonna. Lo riferisce la tv pubblica svedese Svt. "Mio fratello era una persona che diceva sempre ai giovani di smettere di fare quello che facevano e non voleva che suo figlio crescesse in un ambiente criminale. Ieri ne è stato un esempio", ha dichiarato il fratello di Mikael, intervistato da Svt. "Era come ogni genitore che vuole che i propri figli crescano al sicuro, che possano uscire e giocare per strada come facevamo noi. Provava compassione per tutte le persone che continuavano a perdere la vita nelle sparatorie", ha aggiunto la sorella della vittima. Mikael aveva anche contattato la polizia per denunciare la criminalità organizzata nel suo quartiere. Ora gli agenti stanno indagando sull'omicidio, ma finora non c'è stato nessun arresto. L'omicidio ha scosso il quartiere e ha avuto anche ripercussioni nella politica. Anche il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha espresso il suo sdegno per l'accaduto: "Le bande, con la loro totale spietatezza, non la smetteranno finché non le avremo fermate. Io e il governo ci stiamo impegnando al massimo in questo lavoro e andremo fino in fondo per fermarle. Nulla è più importante che porre fine a questa folle violenza", ha scritto Kristersson in una nota.
D.Richter--MP