G7 Difesa, preoccupazione per le minacce a Unifil
Crosetto, "drone sulla casa di Netanyahu non aiuta"
"Siamo preoccupati dagli ultimi eventi in Libano e dal rischio di un'ulteriore escalation. Esprimiamo preoccupazione per tutte le minacce alla sicurezza di Unifil. La sicurezza dei peacekeeper è un dovere di tutte le parti nel conflitto. Ribadiamo inoltre l'importanza del supporto di Unifil e delle forze armate libanesi nel loro ruolo per assicurare la stabilità e la sicurezza del Libano". E' quanto si legge nella dichiarazione congiunta finale del G7 della Difesa riunito a Napoli. Restando in Medio Oriente, il G7 Difesa condanna "il brutale attacco terroristico su Israele del 7 ottobre 2023, che ha innescato una spirale di violenza che minaccia l'intera regione del Medio Oriente. Siamo uniti nel sostenere la necessità di un immediato cessate il fuoco a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e sostenuto del flusso dell'assistenza umanitaria in tutta Gaza e un percorso sostenibile per una soluzione a due Stati". Nello stesso documento è confermato l' "incrollabile sostegno" all'Ucraina che "da quasi tre anni si difende dalla brutale e illegale guerra di aggressione su vasta scala della Russia. Condanniamo la Russia, che ha adottato una posizione di confronto e destabilizzazione su scala globale, ricorrendo anche alla guerra ibrida e all'uso irresponsabile della retorica nucleare". Nella conferenza stampa il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato la situazione in Medio Oriente, in particolare il drone lanciato verso la casa di Netanyahu a Cesarea, a Nord di Tel Aviv. "Non penso sia un avvenimento che migliora la situazione", ha detto Crosetto. "Pensiamo - ha aggiunto - che la parte militare di Hamas sia stata sostanzialmente sconfitta e che l'attacco a Gaza possa finire. La notizia di oggi rende tutti oggi meno ottimisti". Su Unifil: "Abbiamo ribadito la necessità che Unifil continui con la presenza e che i suoi contingenti siano rispettati, sia da Israele che da Hezbollah. Non abbiamo parlato di cambio di regole di ingaggio perché la sede per parlarne è l'Onu", ha precisato Crosetto.
A.Weber--MP