IA: Fondazione Onda, un'opportunità anche per salute di genere
Merzagora, accompagnare con un'umanizzazione della tecnologia
L'Intelligenza Artificiale come opportunità per la sanità, ma anche come occasione per valorizzare le differenze di genere in medicina e per rafforzare un approccio sempre più personalizzato. È questo il fil rouge della decima edizione del Libro bianco sulla salute della donna ("Dalla medicina di genere alla medicina personalizzata. Il ruolo dell'Intelligenza Artificiale"), realizzato da Fondazione Onda con il sostegno incondizionato di Farmindustria e presentato oggi. "L'Intelligenza Artificiale offre l'opportunità di elaborare un'eccezionale quantità di dati, con grandi vantaggi, non solo in chiave di salute di genere, ma anche nel processo di sempre maggiore personalizzazione della cura", afferma Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda. "Tuttavia non sono poche né trascurabili le criticità che emergono su più fronti. Sul piano della tutela della privacy, per esempio, o del divario digitale di genere. E ancora di più nell'ambito dell'intelligenza emotiva, quelle competenze specifiche dell'essere umano che la tecnologia non può sostituire", aggiunge. "È importante quindi accompagnare questo processo con un'umanizzazione della tecnologia", conclude Merzagora. "Nel contesto sanitario, l'Intelligenza Artificiale si profila come una forza rivoluzionaria, prospettando diagnosi più accurate, un supporto personalizzato ai pazienti, e un miglioramento complessivo del sistema", afferma Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute. L'Intelligenza Artificiale rischia tuttavia anche di ampliare le diseguaglianze di genere, mette in guardia Eugenio Santoro, responsabile dell'Unità di Ricerca in Sanità digitale dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. "Se i dati utilizzati per addestrare gli algoritmi non rappresentano adeguatamente la popolazione generale, l'intelligenza artificiale può fornire risultati imprecisi e discriminatori. Questo è ciò che accade, per esempio, quando il genere femminile non è sufficientemente rappresentato nelle casistiche di popolazioni che soffrono di una specifica patologia", conclude.
H.Erikson--MP